I clamorosi falsi scoop made in Pontedera
di Mario Mannucci - giovedì 23 luglio 2015 ore 06:00
La politica italiana è ora in subbuglio per lo scoop dell'Espresso sulla famosa quanto presunta telefonata fra il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, e il suo medico e amico, Matteo Tutino, in cui si parla-parlerebbe pesantemente contro Lucia Borsellino. Crocetta ha dato querela all' Espresso sostenendo che tale telefonata non c'è mai stata, ma il glorioso settimanale conferma. Vedremo come andrà a finire, mentre la storia del giornalismo e ricca di veri e falsi scoop.
Tra i falsi, negli anni '70, ci sono quelli con un pontederese che dalla Spagna si proclamava addirittura capo di stato maggiore dell'esercito clandestino fascista europeo. Si chiama E.S. e con le sue foto e le sue dichiarazioni riempì paginate del Corriere della Sera, l'Espresso", l'Europeo, Panorama", e così via, ed ebbe grossi spazi nei telegiornali. Agli inviati di queste prestigiose testate, E.S. si dichiarava agente o ex agente del Sid (Servizi Segreti Difesa), rivelava i nomi degli autori delle stragi di piazza Fontana e di Brescia, dava particolari sul golpe Borghese - che avrebbe dovuto instaurare un governo di destra in Italia ma che fallì abbastanza clamorosamente e con episodi anche risibili, tanto che vi fu fatto un film, 'Vogliamo i colonnelli' diretto da Mario Monicelli e con Ugo Tognazzi protagonista - vantava conoscenze altolocate e una parentela, questa vera, con Giovanni Gronchi di cui era biscugino.
Ma c'è anche un fantomatico incontro con Fanfani al quale avrebbe offerto la presidenza della Repubblica. Inoltre viaggi come ufficiale addetto alla sicurezza di Gronchi in visita alla Russia Sovietica e del Papa in Terrasanta. Fino a proclamarsi, appunto, capo dell'esercito europei 'dei neri'. Interviste e dichiarazioni per le quali chiedeva un compenso, come del resto facevano anche esponenti dei gruppi rivoluzionari rossi allo scopo, spiegavano di trovare finanziamenti.
Poi, pian piano, viene fuori la verità. E.S. non è ingegnere elettronico ma era stato operaio alla Piaggio prima di aprire un negozietto, era stato condannato per truffe su polizze, e via e via, con fascicoli a suo carico che arrivano ai carabinieri di Pontedera da 'tutte' le caserme e i commissariati d'Italia. E giornali e televisioni dovettero far marcia indietro, ovviamente con assai minore clamore rispetto agli scoop.
Mario Mannucci