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Sport lunedì 13 settembre 2021 ore 18:30

La “valderizzazione” del ciclismo professionistico

Luca Di sandro

Nostra intervista a Luca Di Sandro, presidente dell’Unione Ciclistica Pecciolese, a pochi giorni del Giro della Toscana e della Coppa Sabatini



PECCIOLI — E’ domenica pomeriggio e mentre parliamo con Luca Di Sandro, Presidente dell’Unione Ciclistica Pecciolese, Sonny Colbrelli a Trento ha appena vinto il Campionato Europeo su strada, quarta vittoria italiana consecutiva dopo quelle di Matteo Trentin, Elia Viviani e Giacomo Nizzolo.

Bella vittoria Presidente

"Vedo Colbrelli con la mano sul petto mentre sta cantando l’inno. Viva l’Italia e viva Colbrelli. Abbiamo un Campione Europeo e speriamo di averlo anche protagonista nelle nostre due gare, dove è iscritto con il suo team, la Barhain Victorius. Colbrelli ha un legame speciale con le nostre manifestazioni. Ha vinto due volte il G.P. Peccioli - Coppa Sabatini e può diventare il primo corridore a vincerla tre volte."

Partiamo dal 2016, quando è nato il progetto del nuovo Giro della Toscana, chi ne ha avuto la paternità?

"La paternità è di tutti i promotori di allora. Il primo input l’ha dato l’ex Presidente del Comitato Regionale Toscano della FCI Giacomo Bacci ma il punto di riferimento per muovere questo progetto, per farlo diventare una realtà, l’elemento fondante, detto senza imbarazzo e senza voler auto incensarsi siamo stati noi dell’Unione Ciclistica Pecciolese."

Gli altri si sono presto persi per strada

"Forse non hanno capito l’importanza di creare un movimento di gare per il ciclismo professionistico in Italia, tra l’altro nel nome del nostro santone del ciclismo, della nostra icona, il compianto Alfredo Martini. Noi ci siamo presi la responsabilità di continuare un progetto in cui credevamo. Lo abbiamo fatto insieme alle nostre istituzioni locali, creando un asse di collaborazione tra Pontedera e Peccioli e oggi siamo con grande soddisfazione ancora qui con il massimo impegno e serietà, in attesa di questa edizione del Giro della Toscana e del Gran Premio Città di Peccioli-Coppa Sabatini, gare che stanno diventando sempre più importanti nel calendario internazionale."

Ho visto un filmato in cui Lei ha usato il termine “valderizzazione” del ciclismo professionistico.

"E’ una espressione nata spontaneamente. Quando abbiamo concepito questo progetto volevamo dare una connotazione di toscanità. Successivamente, l’interesse e la collaborazione da parte della Valdinievole e di Arezzo sono venute meno e siamo rimasti noi, con la nostra esperienza e la nostra volontà. Valderizzazione è una espressione che oggi si addice perché in questa fase storica del ciclismo Peccioli e la Valdera sono l’asse portante nella nostra regione."

Presidente, ci saranno mai i Mondiali in Valdera?

"Questo è un altro discorso. L’Idea nacque ad una presentazione dei Mondiali nel 2002 e la ebbe l’attuale Sindaco di Peccioli Renzo Macelloni. Preparammo la nostra candidatura e fino alla notte precedente all’assegnazione dei Mondiali 2008 sembravamo quelli favoriti. Ci candidammo in connubio con la Provincia di Lucca. Certe partite infatti non si giocano da soli, ci vuole un respiro più ampio da un punto di vista economico, territoriale e di coinvolgimento delle istituzioni. Senonché quella notte a Madrid le cose cambiarono ed i Mondiali andarono a Varese. Punto. Nel 2020 poi c’è stata una nuova opportunità. Anche in questo caso sembrava una cosa a portata di mano senonché, quando la partita è diventata tutta italiana, forse, con il senno di poi, era tutto già delineato (a favore di Imola n.d.r.). Comunque anche nel 2020 la nostra è stata una partecipazione seria, importante, consapevole. Vedremo se in futuro ci saranno le condizioni per provare ad organizzare un Mondiale."

A suo parere qual è lo stato di salute del ciclismo in Toscana?

"La situazione toscana rispetta quella nazionale. Siamo in una fase che, usando un termine soft, è interlocutoria. Molte gare sono scomparse, anche in Toscana. In Italia non abbiamo una squadra World-Tour e le Professional italiane non sono tra le prime nel ranking mondiale. Credo occorra aprire un ragionamento, sedersi ad un tavolo ed affrontare seriamente tutte le problematiche che riguardano il ciclismo italiano per poi interagire dove poi si danno le carte per giocare la partita, cioè all’UCI – Unione Ciclistica Internazionale. Oltretutto in questo momento, a causa della decadenza di molte gare italiane e a causa della mancanza di una squadra World Tour, l’Italia non è al centro dell’attenzione per chi investe nel ciclismo cifre importanti e deve averne un ritorno."

La conversazione si chiude qui, l’Unione Ciclistica Pecciolese continua a guardare avanti nel nome di solide tradizioni ciclistiche e dimostrate capacità organizzative, capace di creare un connubio fortissimo con il territorio e le istituzioni locali, onorando nel miglior modo possibile il ricordo di Alfredo Martini e di Giuseppe Sabatini.

Marco Burchi
© Riproduzione riservata


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