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Attualità domenica 07 giugno 2020 ore 07:00

​Bombe e virus, tragedie vecchie e nuove

Nel '44 gli aerei americani uccisero circa 150 pontederesi mentre la pandemia e malattie collegate hanno fatto 7 vittime. Quando il sindaco rifiutò 36 milioni



PONTEDERA — Tragica domanda in chiave cittadina: tra i bombardamenti del '44, l'alluvione del '66 e la pandemia, non ancora storicizzata e con timori di allungamento, di questa prima metà del 2020, qual'è l'evento più grave? Ci abbiamo riflettuto e lo abbiamo chiesto ad amici e conoscenti ricevendo soltanto una risposta unanime con classificazione al terzo posto per quanto riguarda l'alluvione. Dove non morì nessuno, se non un anziano in casa vittima di malanni e di spavento, mentre molte aziende e commerci ebbero gravi problemi economici. 

Ovviamente c' è invece più indecisione sul paragone fra i bombardamenti americani che, subito o con strascichi, uccisero circa 150 pontederesi e rasero al suolo mezza città, e il coronavirus che di vittime ne ha fatte "soltanto' 7 e col supporto di altre malattie. Compreso quella del sentirsi soli, malattia che lascia strascichi neurologici. Leggi paure, rafforzate anche dalla grande evidenza che i mezzi di comunicazione di massa danno alle morti per malattie, da sempre esistenti, di persone giovani. Confronto nel quale entra anche la lontananza - 76 anni - fra le bombe americane e il virus che pur in decadenza è ancora in giro. Per ora, sembra, non a Pontedera ma comunque in varie parti d'Italia, Toscana compresa. Un confronto, dunque, fra le due tragedie con vari indecisi sull'assegnazione del primariato alla lontana guerra o all'attualissima pandemia.

Ma oltre al primario aspetto sanitario c'è quello economico. Ed ecco l'episodio, storico ma che ci può far riflettere, dell'ufficiale inglese che pochi giorni dopo il passaggio del fronte si presentò a Pontedera con una valigetta contenente 40 milioni di Am Lire, ovvero le lire che gli americani sparsero per tutta Italia per assistere la popolazione e far ripartire l'economia. L'ufficiale inglese consegnò la valigetta al sindaco 'di guerra' Fernando Caciagli che però accettò soltanto 4 milioni rifiutando gli altri 36. Caciagli e la sua giunta di fine guerra temettero infatti che la pioggia delle Am Lire potesse facilitare l'inflazione, caso rimasto aperto mentre i 4 milioni furono subito portati in banca a Ponsacco perché la banca di piazza ora Cavour era distrutta. 

E ora che si discute su quanti miliardi arriveranno dall'Europa, l'esempio dei milioni rifiutati può aprire una riflessione. Dunque, quanto peserà il coronavirus sull'economia pontederese e quanto riusciranno a farla riprendere i soldi in arrivo o annunciati dall'Europa, dal governo italiano e dalla regione toscana? 

Per ora è difficile interpretare il futuro, pur se la speranza deve essere coltivata. 


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