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Attualità lunedì 24 agosto 2020 ore 16:52

"Il nostro saluto al nostro babbo adorato"

Sandro Mazzinghi

Commovente saluto a Sandro Mazzinghi, ex campione di boxe scomparso all'età di 81 anni, da parte dei figli David e Simone e della moglie Marisa



PONTEDERA — Nel giorno dell'ultimo saluto a Sandro Mazzinghi, grande campione nello sport come nella vita, tutta la città di Pontedera si è unita alla famiglia, alla moglie Marisa e ai figli David e Simone. I quali hanno voluto ribadire quello che per loro era, un babbo adorato.

"Noi lo vogliamo ricordare cosi - hanno scritto -, il nostro saluto al nostro babbo adorato. Oggi è un giorno triste per noi e per tutta l'Italia che ti ha voluto bene. Le manifestazioni di affetto ne sono la prova inconfutabile di un uomo che ha vissuto sempre per il prossimo senza mai essere al centro dei riflettori (cosa che a te non piaceva). Per noi caro Babbo insieme a Mamma sei stato il genitore perfetto, attento, sempre presente a tutto ciò che un figlio ha bisogno e noi ti ringraziamo dal profondo del nostro cuore per tutto quello che ci hai insegnato e dato.

Abbiamo fatto tante cose insieme e tante ancora ne faremo purtroppo senza te ma ti assicuriamo che le porteremo a termine e cosi tu da lassù potrai godere ancora delle piu belle soddisfazioni. La nostra vita con te è stata bellissima anche nei momenti difficili dove tu con la tua semplicità che ti ha sempre distinto ci hai sempre indirizzato sulla strada giusta. Oggi in questo giorno di dolore per noi vogliamo dirti grazie babbo ti vogliamo bene ma un bene dell'anima. Ciao Babbo Sei stato un Grande".

Di seguito riportiamo l'elogio funebre di Matteo Franconi, sindaco del Comune di Pontedera, oggi in lutto cittadino per la scomparsa di Sandro Mazzinghi.

"Caro Sandro,
con incontenibile commozione provo a trasmetterti il dolore e l'affetto che Pontedera vuole tributarti in questo ultima occasione pubblica.

Questa comunità ti ha amato, e continuerà a farlo, perché l'hai trascinata assieme a te, durante la tua meravigliosa carriera, sul tetto dell'Europa e del mondo.

Per Pontera sei stato, e sempre rimarrai, il suo eroe sportivo, il suo grande campione. In ognuno dei tuoi 69 incontri da professionista ha trepidato sul ring insieme a te, ha sofferto con te, ha vinto e perso con te.

Questa città Sandro ti ha voluto bene, e sempre te ne vorrà, perché sei continuato ad essere parte di ciascuno di noi, della nostra storia, del nostro carattere.

In te questa città ha rivisto il proprio coraggio, la determinazione, la generosità, la capacità di combattere e di soffrire e quella straordinaria umiltà che diventa forza e tenacia.

Per questo motivo due anni fa ti abbiamo consegnato le chiavi di questa città ed oggi abbiamo proclamato il lutto cittadino: perché tu sei una colonna portante di Pontedera. E posso garantirti che faremo tutto quanto serve perché la tua memoria continui ad esserlo.

Ma quello che salutiamo oggi, caro Sandro, non è soltanto uno sportivo amato dagli appassionati di pugilato e rispettato dai propri avversari.

Oggi salutiamo un grande uomo, sempre a disposizione dei bisogni di tutti, di rettitudine ed onestà straordinaria, coraggioso e determinato nell’affrontare le difficoltà della vita e sempre pronto a dare una mano a chi gliela chiedesse: solo poche settimane fa la tua voce ed il calore delle tue parole ci incitavano a tener duro per uscire dall’emergenza epidemiologica in corso; in quel modo tutto tuo e così carico di fiducia, speranza e consapevolezza del valore del sacrificio.

Chi riesce ad ottenere il successo che tu hai guadagnato con merito durante la tua scintillante carriera senza perdere il legame con le proprie origini e la propria terra ottiene sempre amore, affetto e rispetto.

Queste sono le emozioni ed i sentimenti che la nostra comunità sente oggi di volerti testimoniare.

Per raccontare a mio figlio chi era Sandro Mazzinghi mi basterebbe dire che subito dopo il titolo mondiale contro un australiano che gli aveva fatto sanguinare il volto quel pugile ormai campione del mondo, nato e cresciuto a Pontedera nel quartiere fuori del ponte, dichiarò che rimaneva sempre lo stesso e che aveva iniziato a tirare di boxe per sfamare lui e suo fratello Guido, in quell'italia disastrata dopo la guerra. E che gli sarebbe piaciuto fare il ciclista ma non poteva permettersi la bici.

Ecco chi è stato Sandro Mazzinghi: un pugile straordinario ed un uomo eccezionale.

Ti abbracciamo con affetto ed ancora un'ultima volta Sandro abbracciando Marisa, David, e Simone.

Fai buon viaggio. Ad attenderti ci saranno gli affetti e gli amici di sempre, da Fabiano Angiolini fino alle tante persone che ti hanno voluto bene ed a cui tu lo hai voluto.

A ricordarti ed a coltivare la tua passione resteranno una città intera, la tua Pontedera e la Pugilistica con il tuo nome.

Riposa in pace campione!"


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