Spettacoli venerdì 10 luglio 2015 ore 12:00
Bobo Rondelli tra poesia, cabaret e amore

Alle Undici Lune quasi due ore di concerto per il cantante livornese che, tra un verso e l'altro, ha criticato le ruspe imitando Mastroianni
PECCIOLI — Poesia, cabaret, satira, amore. Un concerto di Bobo Rondelli è spettacolo anche nelle pause tra una canzone e l'altra.
… Spiegatemi voi, dunque,/ in prosa od in versetti/ perché il cielo è uno solo/ e la terra è tutta a pezzetti... Bobo Rondelli ha aperto il concerto alle Undici Lune di Peccioli con la sua poesia di Gianni Rodari, Il cielo è di tutti.
Circa 1200 persone hanno riempito l'anfiteatro Fonte Mazzola per ascoltare le parole, cantate o parlate dell'artista livornese. Non sono mancati i momenti goliardici, quelli poetici, quelli impegnati e non è mancata la commozione.
Bobo goliardico – Il cantautore livornese per tutto il concerto, durato quasi due ore, ha scherzato con le sculture che osservano l'anfiteatro: si tratta di due uomini, uno a destra l'altro a sinistra del palco. Li ha chiamati Polifemo, ha temuto che si alzassero e se la rifacessero con lui, ha pensato che evocassero il vento. Poi Bobo ha scherzato anche facendo gli intervalli, cioè replicando quegli intermezzi della Rai in cui passavano immagini delle città: le gag Rondelliane hanno impersonato gli spacconi di Livorno, i tirchi di Lucca gli ammiccanti abitanti di Firenze. Per quanto riguarda Pisa il cantante ha imitato le pose delle sculture. Il tutto fra le risate generali, tra una canzone e l'altra. Tanti anche i riferimenti scherzosi alle donne: “Ma perché uno deve essere considerato male se ama tutte le donne?”.
Bobo poetico – Rondelli ha interpretato anche canzoni e versi che fanno riflettere. Il cantautore ha iniziato da Il cielo è di tutti, poi c'è stata Madame Sitrì, omaggio alla sua Livorno. Ricordi d'infanzia sono affiorati con Marmellata (E corro felice,/ come quando fischiavo via lontano/ dai giorni della scuola/ e nella stanza dalla finestra entravo per rivederti ancora,/ rubare marmellata).
Bobo impegnato (politicamente) – L'imitazione della voce di Marcello Mastroianni ha accompagnato varie parti del concerto. Il momento in cui Bobo Mastroianni è durato più a lungo è stato quando il livornese, con la voce del grande attore ha fatto un'invettiva contro guerre e ruspe. Chiari i riferimenti alla Lega Nord, di cui Rondelli è tutt'altro che un sostenitore: “Ma perché invece di voler mandare a casa loro, non ve ne state a casa voi?” ha concluso.
Bobo commosso – C'è stato il tempo anche per le lacrime, quando Rondelli ha intonato Nara, la canzone dedicata alla madre, scomparsa nella primavera scorsa a 84 anni. Durante il secondo ritornello: Vai, vola via/ tienimi dentro/ come hai sempre fatto... la voce del cantante livornese si è spezzata per un attimo e la dolce poesia composta per la madre ha assunto ancora più valore.
Bobo, Pèccioli e Péccioli - Dopo il consueto bis Rondelli ha salutato il pubblico di Pèccioli, da lui per tutta la serata chiamato, erroneamente, Péccioli.
René Pierotti
© Riproduzione riservata
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