Politica mercoledì 05 febbraio 2025 ore 19:00
Il Pd di Palaia contro l'ossicombustore

Alla schiera dei contrari all'impianto di Novatosc si aggiungono anche i dem che sostengono la sindaca Guerrini: "Si tuteli la vocazione turistica"
PALAIA — È ancora Palaia contro Peccioli. No, non si tratta certo di una battaglia, ma di una frattura politica che va al di là delle appartenenze di partito. Dirimente, invece, è la gestione dei rifiuti. E stavolta, non sono le associazioni ambientaliste, ma il Partito Democratico palaiese a schierarsi in maniera netta.
I dem, infatti, ribadendo il proprio sostegno alla sindaca Marica Guerrini, puntano il dito contro il progetto dell'impianto di ossicombustione che dovrebbe sorgere al Triangolo verde di Legoli, a una manciata di chilometri dal confine tra i due comuni.
"Prendiamo atto della recente approvazione di un Piano regionale di economia circolare, che ha anche obiettivi condivisibili - hanno spiegato - ma per la salvaguardia di un territorio come la Valdera, a vocazione agricola e turistica, e per la tutela della salute dei suoi abitanti, che questo territorio non diventi oltremodo una pattumiera della Toscana".
"Riteniamo che non si possa autorizzare la realizzazione di un impianto di ossicombustione, sul quale ci sono tante perplessità - hanno affermato dal Pd palaiese - e, allo stesso tempo, rigettiamo anche la concessione di un ulteriore ampliamento della discarica, in attività da oltre 40 anni, senza fissarne una fine a breve".
Dal Pd comunale, inoltre, arriva anche lo stop sull'ingresso di RetiAmbiente, il gestore unico del ciclo integrato dei rifiuti, in Novatosc, la società costituita da Belvedere Spa e Oxoco per realizzare il progetto. "Non riteniamo sia utile che soggetti pubblici entrino a far parte della Novatosc - hanno concluso - innanzitutto, non esiste sufficiente esperienza per il tipo di impianto che si intende realizzare, in un territorio già fortemente impegnato in materia di rifiuti. Quindi, per via del fatto che i soggetti pubblici non sarebbero determinanti nelle scelte gestionali, in quanto la maggioranza resterebbe ai privati".
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