Attualità venerdì 25 luglio 2025 ore 13:35
Arte e ricerca, così i mammut sono tornati a casa

Ecco come sono state realizzate le due sculture di mastodonti recentemente installate al Triangolo verde di Legoli
PECCIOLI — Due nuovi "giganti" si sono uniti recentemente alle altre grandi sculture presenti al Triangolo Verde di Legoli. Si tratta della riproduzione di due mammut, due mastodonti, vissuti tra 2,6 milioni e 70mila anni fa, in tutta Italia, prediligendo il Valdarno fino a pascolare, coprendo distanze di centinaia di chilometri, anche nel cuore della Valdera.
Le due grandi sculture, progettate e costruite dalla pecciolese Naturaliter su iniziativa di Belvedere Spa, sono state inaugurate lo scorso 12 Luglio.
Le due grandi sculture sono frutto di un lavoro non solo artistico, ma anche scientifico, portato avanti da Naturaliter e che ha riportato in “vita” i due mammut. Un lavoro certosino che il comune di Peccioli illustra attraverso una nota.
Nel 1865 la capitale del Regno d’Italia è Firenze. E proprio a Firenze, direttamente dalle campagne di Peccioli, arriva in quell’anno un carico speciale diretto al Museo di Geologia e Paleontologia, ancora oggi tra quelli che conservano la più importante raccolta di fossili al mondo. Un carro trainato da cavalli trasporta alcune casse di legno e al suo interno, imballati con paglia e segatura, ci sono i resti di un elefante vissuto nella preistoria. Uno di questi arriva direttamente da Le Serre, a sud-est di Peccioli. Nel 1921, in un’Italia che sta per vivere gli ultimi giorni di libertà dopo l’avvento del fascismo, un nuovo viaggio, questa volta con mezzi più moderni, vede arrivare al museo di Firenze, direttamente dalle campagne di Legoli, i reperti di un altro esemplare di elefante antico.
Un percorso che, da luglio 2025, i due mammut hanno fatto quasi in direzione opposta. Grazie anche alla scelta di Belvedere spa di inserire due nuove installazioni al Triangolo Verde e a un’intuizione, seguita da una ricerca scientifica molto attenta, da parte di Gianluca Salvadori, suo fratello Alessio e Catia Morucci. Mente e cuore di Naturaliter, azienda pecciolese leader negli allestimenti museali che ha dato di nuovo “vita” ai due pachidermi preistorici che ora dominano le colline dell’impianto di smaltimento e trattamento rifiuti di Legoli.
"Sono originario di Santo Pietro Belvedere, ma sono fabbrichese da anni – racconta Gianluca Salvadori, fondatore di Naturaliter -. Ho sempre avuto una passione, quella per gli animali e l’arte, pittura e scultura su tutto. Quasi per caso mi sono iscritto a un corso di tassidermia al Museo di Storia Naturale di Calci. Perché volevo in qualche modo preservare per sempre gli animali".
Gianluca inizia da solo, poi nel 1998, con il fratello Alessio e Catia Morucci, fonda Naturaliter. Il lavoro è tanto, per musei ma non solo. E con la crescita arriva, nel 2019, l’esigenza di trovare un nuovo spazio. Trovato in uno spazio nella zona industriale della Fila dove, pochi mesi fa, hanno preso vita i due mammut pecciolesi. "Abbiamo studiato alcuni documenti, uno di questi era degli studiosi dell’Università di Pisa Giovanni Bianucci e Walter Landini – spiega Catia Morucci -. Si elencavano i reperti fossili ritrovati nella provincia di Pisa e i ritrovamenti della seconda metà del 1800 sul territorio di Peccioli mostravano il passaggio e la presenza di elefanti antichi. Da lì Alessio (Salvadori, ndr) ha elaborato dei modelli in miniatura dei mammut anche con l’ausilio della stampante 3D".
Dai modelli alle sculture alte oltre 4 metri e lunghe anche 6 che sono dal 12 luglio all’impianto di Legoli, però, il passaggio richiede maestria, conoscenza della storia e della natura, ore di studio e ore di costruzione delle due sculture finali. Create proprio nella sede operativa di Peccioli. Poi il trasporto e l’installazione, davvero spettacolare, dei mammut nella loro location finale. "Per noi, dicono i tre soci di Naturaliter – questo è stato un ritorno alle origini. Rispetto ai Giganti “Presenze”, simbolo di rinascita, questo lavoro è stato in linea con il nostro percorso scientifico. Un lavoro in grado di restituire ai visitatori un momento, una fotografia quanto più realistica possibile e in grado di suscitare un’emozione. Questi elefanti antichi che frequentavano effettivamente il nostro territorio nella preistoria. Con un elemento di originalità anche per noi, visto che spesso i nostri lavori vanno nei più prestigiosi musei italiani e internazionali, in questo caso il museo è Peccioli, un museo a cielo aperto".
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