Focaccia barese
di Rubina Rovini - venerdì 13 febbraio 2015 ore 17:00
Ingredienti:
- 450 ml acqua tiepida
- 350 gr semola
- 300 gr farina 0 (io di farro)
- 25 gr lievito di birra
- 1 cucchiaino di sale
- 1/2 cucchiaino di zucchero
- 2 patate lesse
- Per condire:
- pomodorini ciliegia qb
- olive nere pugliesi qb
- origano qb
- sale qb
- olio evo qb
Lessate le patate e lasciatele intiepidire. Sbucciatele e tritatele.
In una coppa molto capiente, mescolate le farine, aggiungete la purea di patate, lo zucchero, l'olio.
Aggiungete anche il sale, lasciandolo però da una parte, in modo che non venga in contatto con il lievito nella prima parte della lavorazione.
Sciogliete il lievito nell'acqua tiepida ed aggiungete il liquido alle farine, finché le farine non avranno incorporato tutta l'acqua.
L'impasto risulterà piuttosto liquido, ma è normale. Non lavoratelo molto nella prima fase, basta che tutti gli ingredienti siano amalgamati in modo omogeneo.
Sigillate con pellicola l'impasto e lasciatelo coperto da un canovaccio, al caldo.
Fatelo lievitare per circa un paio di ore.
Dopodiché scoprite e lavorate nuovamente l'impasto, sporcandovi le mani di semola se necessario.
Coprite nuovamente e lasciate lievitare per un'altra ora.
Intanto oliate molto abbondantemente delle teglie, ungetevi bene le mani e versate in parti uguali l'impasto al centro di queste.
Lasciate lievitare per mezz'ora, senza stendere l'impasto.
A questo punto, con le mani ben unte, stendetelo, lasciandolo piuttosto morbido e spesso.
Condite con tanti pomodorini ciliegia, le olive, altro olio, sale, origano.
Abbiate cura di rompere i pomodorini con le dita ed inserirli nella focaccia appoggiandoli dalla parte della polpa.
I più audaci mettono anche delle fettine di aglio sotto i pomodorini, ma la tradizione non lo prevede.
Infornate per circa 30 minuti a 200°, finché la superficie non sarà dorata e la buccia dei pomodori brunita.
Fate intiepidire la focaccia coperta da un canovaccio, in modo che non secchi.
Mangiatela con le mani, e leccatevi le dita alla fine della degustazione.
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Rubina Rovini