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giovedì 14 novembre 2024

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

Mercanti nel tempio

di Nicola Belcari - mercoledì 05 giugno 2024 ore 07:50

La vita di Gesù fonda il senso dell’Umanità per chi ha fede. Le vicende di quella vita però possono considerarsi esemplari, o assurgere a simbolo, anche per chi non è credente. Sono fatti, comportamenti, situazioni che in forme diverse si ripetono nel tempo e nello spazio della storia o, più in piccolo, nella vita di ognuno.

I personaggi incarnano caratteri e atteggiamenti umani diffusi e ricorrenti. Gesù usava parabole ma la sua stessa vita e il Vangelo che la narra sono una parabola di ciò che s’incontra nell’avventura e nella disavventura del vivere.

Quali Barabba abbiamo preferito ai giusti? Quanti giusti abbiamo lasciato “crocifiggere” prima di pentircene? Quante volte, come Ponzio Pilato, ci siamo lavati le mani di questioni che ci chiamavano in causa?

L’”omelia” presente, per attenerci a un argomento, è quella dei mercanti del tempio e della loro cacciata, che si dice sia l’unica azione “violenta” di Gesù.

I mercanti del tempio dentro di noi sono i nostri pensieri meschini, interessati e corrotti, fuori di noi sono quelle persone che rovinano organizzazioni, partiti, enti, istituzioni: cacciarli sarebbe il nostro compito.

Noi dobbiamo superare l’ingenuità di farci rappresentare da questi “mercanti” anche quando le loro parole coincidono con le nostre idee. La loro autorità è ambigua, mostrare accordo conferisce credibilità mal riposta.

Come si riconoscono? Individuarli non è difficile. Sono ipocriti, le loro posizioni non sono mai radicali e veramente rivoluzionarie. Hanno approfittato del potere per arricchirsi, per trarre vantaggi per sé, familiari o amici. Questo è decisivo: infatti sono “mercanti” in quanto profanatori del “sacro” che è un ideale o l’etica pubblica del proprio lavoro o la guida della polis.

Sono inclini al compromesso, sono schierati per fazioni, sono i peggiori nemici del partito a cui appartengono e degli ideali che dovrebbero rappresentare. Sono tremendamente pieni di sé, narcisisti sprezzanti, sicuri della propria superiorità. Guardano nella telecamera come fosse lo specchio delle loro brame, vanitosi, convinti di essere belli in quanto raffinati, sepolcri imbiancati, incanutiti a furia di brigare, canuti di apparente saggezza.

Portarli a esempio con le loro dichiarazioni è un errore travestito da obiettività o generosità. Se un tale siffatto sostiene una tesi giusta non dobbiamo citarlo, e nemmeno se appartiene a uno schieramento avverso pensando di cogliere una contraddizione. La nostra idea resta uguale a quella espressa da costui, ma non è né bene né utile servirsene. Che siano scacciati dalle nostre menti!

Nicola Belcari

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