Natale con l'elmetto

di Nicola Belcari - martedì 16 dicembre 2025 ore 08:00

Ancora un altro anno è passato. Trascorso così-così, come gli ultimi, da un po’. È il tempo di un altro Natale. Da vecchi chiusi in casa, senza il fuoco del camino, senza tanti cari che ci hanno lasciato. Tra le mura, al riparo della barbarie del fuori, del frastuono di una festa sguaiata.

È il tempo della nostalgia? Della lode del mondo di una volta? È sempre stata dura. Per tanti motivi. Si ricorda solo cosa di buono s’è perso. Non era possibile progredire diversamente? Senza un dare e un avere? Solo migliorando?

I nostri morti avrebbero dato senso al momento. Siamo stati, allora, distratti, occupati in cose di poco valore, per abbracciarli. Sembra ci voltino le spalle, senza mostrare il volto sorridente di un voler bene pieno e senza ombre. Il cuore della casa come difesa, dal freddo dell’inverno, dall’aria irrespirabile, dall’esterno con le sue minacce umane, invece dell’unione di anime.

Così si può amare l’umanità? Da lontano? Soltanto nel pensiero?

Natale celebra un Uomo che insegna a considerare gli altri come fratelli e amarli come se stessi. Oggi i governanti “peggiori possibili” decidono le sorti dei Popoli tradendo la Sua Parola che dicono di seguire, già tradito nel passato da chi parlava in Suo nome per un’alleanza tra il trono e l’altare. Preparano guerre che non combatteranno e comprano le armi per arricchire i “pescecani”, incuranti dei “sudditi”.

Il Natale dei regali sotto l’albero, di quelli detti “utili”, non di quel consumo che tende a trasformarsi in “ismo”, dal fucilino col tappo di sughero e la pistola coi fulminanti, passa ora alle armi vere o a un “corredo di guerra”: propone bombe a mano, la tuta mimetica, il kit di sopravvivenza con relativo manuale, un corso di tiro al poligono e infine l’elmetto, magari all’ultima moda.

Un Natale con l’elmetto.

Nicola Belcari