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giovedì 10 ottobre 2024

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

Libertà d'espressione

di Nicola Belcari - mercoledì 05 maggio 2021 ore 13:30

Tra le varie libertà c’è quella d’espressione.

Nelle democrazie, al contrario delle dittature e delle tirannie, è possibile manifestare a voce o per scritto, il proprio pensiero. Naturalmente tale diritto in pratica è esercitato con “efficacia” solo da una ristretta minoranza: proprietari di mass media e loro “portavoce”, esponenti pubblici a vario titolo, personaggi famosi.

Tutti possono invece esprimere le proprie idee e dire la loro a casa propria, tra le mura domestiche, sempre che la moglie (o il marito) lo permetta, tanto i figli non ascoltano.
Poi, volendo proclamare al mondo i propri convincimenti, ci sono monti brulli o lande abbandonate dove urlare a piacimento. Sempre dopo aver controllato che un’eco malevola, maliziosa e traditrice non li propaghi. Si chiamano sfoghi; ne seppe qualcosa il barbiere di Re Mida che, non potendo trattenere il segreto delle orecchie d’asino del suo “cliente”, lo confidò alla terra attraverso un buco. Su quel terreno crebbero delle canne che mosse del vento lo sussurravano.

A chiunque può capitare, dopo un’abbondante libagione, alla fine di un pranzo, di essere colti dall’ispirazione di tenere una concione su argomenti spinosi gettando nell’imbarazzo i convitati. Allora è la consorte che s’incarica di aiutare l’uscita dell’improvvisato oratore dal passo ondeggiante, più o meno barcollante, mentre si scusa con lo sguardo e implora comprensione dai presenti per la penosa esibizione.

Solo ai bambini càpita di parlare secondo l’estro e pure a vanvera e talvolta, ad esempio, d’inanellare una sfilza di parolacce (kacca, kulo, ecc., tutte con la kappa) come se fossero affetti da coprolalia, ma lo fanno solo perché si accorgono che suscitano il riso, finché l’autorità retriva di un genitore non ricorre alla censura e toglie loro la libertà di espressione.

Nicola Belcari

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