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martedì 19 marzo 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

​Crapa pelada

di Libero Venturi - domenica 14 marzo 2021 ore 07:30

Breve, schematico e supponente compendio della differenziazione della nostra specie.

La razza umana, razzisti a parte, è unica, ma divisa in ricchi, poveri e ceto medio o quel che ne resta. Prevalentemente pochi ricchi e molti poveri. Ci sono democrazie, dittature e sistemi di mezzo in transizione dalle dittature alle democrazie e viceversa. Poi economie di mercato e di stato -un tempo si sarebbe detto capitalismo e comunismo- con tentativi irrisolti di una terza via: il cosiddetto tertium non datur”, quantunque utopico, per certi di noi berlingueriano.

Il comportamento della specie umana è inoltre sostanzialmente ripartito tra pensiero religioso che invoca l’amore tra gli uomini, in quanto prossimo, come fratelli e pensiero laico che sostiene la libertà, l’uguaglianza fra tutti gli uomini e la solidarietà in spirito di fratellanza. E tra queste due posizioni molti sono i punti in comune. Ma, sempre a proposito di “fraternità”, ci sarebbe altresì l’enunciato cosiddetto di Crapa pelada e i sò fradei che recita, testualmente: Crapa pelada l'ha fà i turtei, ghe ne dà minga ai sò fradei, i sò fradei fann la fritada, ghe ne dann minga a crapa pelada”. E invece in questo assunto le divergenze e i contrasti parentali e sociali sono molto stridenti. Il detto, scaturito dalla disincantata e rassegnata saggezza popolare, fu musicato da Gorni Kramer, cantato dal Quartetto Cetra e, da motivetto irriverente contro il testone pelato del Duce degli Italiani durante il regime fascista, è assurto a raffigurazione dell’ingeneroso egoismo umano. Vedi anche il toscano: Eran tre fratelli e un cugino e ognun tirava lacqua ar sumulino”. Più tardi, nel 1977, la filastrocca Crapa pelada-con altro motivo, testo e titolo: Zucca pelata”, ma con identico sentire- è stata ripresa da Gianni Rodari e messa in musica da Sergio Endrigo e Luis Bacalov.

Purtroppo l’enunciato di Crapa pelada” è ancora prevalente nel nostro mondo diseguale. Se è vera, come pare sia vera, la notizia uscita giorni addietro sul francese Le Monde: e mica pizza e fichi o Il Fatto Quotidiano! Draghi ha fatto la voce grossa in Europa, chiedendo un deciso incremento della produzione e della disponibilità dei vaccini per i Paesi dell’Ue, Italia compresa. E questo è un bene. Molto bene! Io felicione. Nello stesso tempo però si sarebbe opposto alla proposta di Merkel e Macron, appoggiata da altri Stati europei, di destinare 13 milioni di dosi di vaccino per aiutare i Paesi africani in difficoltà con l’acquisto. E questo è un male. Molto male!

Draghi, forse in coerenza, ha anche sostenuto lo stop all’export dei farmaci anti-Covid prodotti in Europa, venendo apprezzato come taumaturgo del mercato e fautore della sicurezza sanitaria, nazionale ed europea. Mettendo così d’accordo nazionalisti ed europeisti. I nazionalisti non mi piacciono, sospetto di loro, non mi sembrano la soluzione, ma il problema. Controcorrente, sospendo il giudizio, la cui indipendenza è sempre una gran cosa. Mi verrebbe da dire che il blocco è giusto o comunque utile, sennonché anche l’Europa importa il vaccino Moderna dagli Stati Uniti. E così l’altro americano Johnson&Johnson: mono dose e lo shampoo in omaggio. E se lo Sputnik russo sarà testato e autorizzato magari importeremo anche quello. O lo produrremo. E poi Biontech è tedesca, ma Pfizer è americana. Insomma l’Europa non è una fortezza e ogni chiusura chiama altre chiusure. Continuo a pensare che la soluzione migliore sarebbe forzare il mercato in altra direzione, ottenendo la liberalizzazione dei brevetti e dando avvio ad una produzione diffusa dei vaccini in tutti i Paesi che in maniera solidale dovrebbero affrontare la pandemia. E quindi non saprei, non me ne intendo, l’unico che in famiglia aveva dimestichezza con l’import export era il nonno che fumava “Nazionali Esportazione”, le spaccapolmoni. Certo se AstraZeneca, per fare un nome a caso, pensa di non onorare gli impegni stipulati con alcuni, noi compresi, e vendere ad altri a proprio piacimento, questo gli va impedito. Perché allora non si tratta di un problema di capacità produttiva, ma di uso spregiudicato del mercato che già è spregiudicato di suo. Draghi ha infatti bloccato le esportazioni verso l’Australia dei vaccini prodotti in Italia da AstraZeneca, sempre per fare un nome a caso. Le consegne -tutte- vanno rispettate. E questo è giusto, però un po’ diverso dal ritenere lecito importare, ma illecito esportare. Il liberismo, la deregulation del mercato fanno schifo, ma nemmeno il protezionismo sembra una buona misura in economia: tra l’altro non funziona. Chissà in sanità. Magari sapere se per l’AstraZeneca è tutto a posto...

Tuttavia, per carità, chi siamo noi per insegnare a Draghi? Come insegnare a babbo... e mi fermo qui. Speriamo però che la notizia del veto posto dal Presidente del Consiglio italiano agli aiuti vaccinali verso i Paesi africani, passata sostanzialmente sotto silenzio, non risponda al vero, che abbiamo capito male o vi siano ragioni che a noi sfuggono. La solidarietà per la verità sarebbe una ragione assai valida e aiutare popoli a noi vicini anche una misura di sicurezza. La soluzione non può essere solo il mercato, l’uomo è il rimedio dell’uomo. In Italia sono morti per Covid oltre 100 mila persone: tutta la Valdera, transfughi compresi. E così nel mondo, ma il dolore dovrebbe unirlo il mondo, non dividerlo, non ci sarà vera salvezza se si salveranno solo i Paesi ricchi e i poveri e i migranti resteranno contagiati. Comunque Draghi non può essere un crapa pelada, non è nemmeno calvo. E poi saranno i francesi, perché la Francia si sa, non c’ha consentito nemmeno -la...gioia- di riavere Nizza e Savoia. Come avrebbero cantato fino a ieri molti leghisti e sovranisti che per fortuna ora sono al governo e tutti a intonare:Douce France, cher pays de mon enfance!. Che poi la Francia, o come sarà bella! Orizzonti vasti, doppio turno come da noi per i Comuni. Mica la “perfida Albione” con la variante inglese e la monarchia chiacchierata! Se non fossi italiano o Francia o Portogallo o, magari... Capo Verde. Buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 14 marzo 2021

Libero Venturi

Quartetto Cetra - Crapa Pelada
Zucca pelata - Sergio Endrigo

Articoli dal Blog “Pensieri della domenica” di Libero Venturi