Il guardiano
di Marco Celati - martedì 12 aprile 2022 ore 07:00
Invoco il diritto all’oblio. Che su di noi scenda, pietoso, il tempo. Si stenda sul bene e sul male, sui meriti e le colpe e ci cancelli, ci consegni ad una legittima dimenticanza. Soffro del vuoto, come del pieno, confido nella smemoratezza della specie, più che nella sopravvivenza. Sempre più spesso mi chiedo a quale frequenza sono intonato, a quale nota risuono. Come cercare una giusta vibrazione, dare una voce a chi non ha più voce per entrare in sintonia, in risonanza con il mondo. E qual è la mia utilità, il significato da dare al mio tempo. Perché così tanto ci sorprendono lo stupore della vita, come il suo disincanto? La meraviglia e l’orrore. L’ordine e il caos. L’ordine migliore, il più bello dei mondi, è un mucchio di rifiuti sparsi a caso. Parola di Eraclito e chissà se è un frammento o una profezia. Forse un mestiere.
Giungono echi non lontani della guerra. Soldati alle porte, invasori, nemici. Lo scempio delle case, i morti, i carri e i corpi abbandonati, le biciclette, i cani. La teoria dei profughi da una terra letteraria e nucleare, del grano e del viburno rosso, fin dentro la voragine del mondo. Disumanità. Ucraina che resiste. Sorgi Europa, patria di troppe patrie, di troppi eserciti e di nessuno, matrigna di troppe guerre, evita la terza. Devi. Ma non pretendere la resa degli aggrediti per chiamarla pace. Non occorre una guerra giusta, ma una pace giusta, sì.
Diario del guardiano: primo giorno, data illeggibile, una poesia trascritta, priva di punteggiatura, titolo PER. “Per questi alberi fioriti / e questi campi e queste case / un tempo contadine dove / sarebbe stato bello vivere / Per questa strada che scorre / verso il mare e questo mare d’inverno / spazzato dal vento lungo cui /passeggiano persone / Per la vita che ci è passata / accanto e quella che non / abbiamo vissuto né / vivremo mai / E nemmeno una parola / un saluto una canzone / uno scherzo di quelli / che si fanno per sentirsi / leggeri sorridendo / Sulla via del ritorno / e tutto questo tempo / questo tempo sciupato / questo tempo trascorso / per noi”.
Diario del guardiano: ultima nota, data cancellata. “La sera scurisce il mare nell’insenatura profonda lungo la scogliera. Solo un monotono sciabordio e a tratti, improvviso, il grido di un gabbiano in volo sulla baia che lacera il silenzio. E tutto il tempo a custodirlo. Sto sul faro che domina l’altura e nel buio avvisa i naviganti, li avverte dell’insidia delle secche, assicura la rotta contro il rischio della notte e dei marosi. Tiene la petroliera lontana dalla costa, le sue luci all’orizzonte in fuga. Intorno mare e cielo, cielo e mare, soffiare del vento, balenare di tempesta. Ogni giorno a guardia del faro, nella solitudine delle isole a guardare la vita. E ogni notte questo cielo stellato”.
Del guardiano più nessuna traccia, è stato dichiarato scomparso, il faro abbandonato. Diverrà un resort per turisti.
Pontedera, Aprile 2022
Marco Celati
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