Che roba, contessa!... con i “fasci” non ci parlo
di Adolfo Santoro - sabato 14 ottobre 2023 ore 07:55
Una mia amica mi ha inoltrato questa frase virgolettata (evidentemente si fa portavoce di una voce altrui): “se qualcuno in Europa ancora crede e dice che ciò che è avvenuto prima, che le colpe di Israele, che il contesto mediorientale, che la storia delle guerre in Palestina, possano spiegare o addirittura giustificare ciò che ha fatto Hamas, vuol dire che è disposto ad accettare la logica del genocidio all’interno del conflitto politico. Varcando così a sua volta il confine della disumanità.”.
Comprendo la reazione emotiva ad un gesto efferato, ma, come in tutte le cose, il saggio allarga la visione a tutto il contesto prima di dare un significato all’emozione. Se non si allarga l’attenzione, si scivola nella visione della donnicciola, che magari sarà anche brava nell’ossessività del rigovernare la casa e del sesso stereotipato (e spesso è disorganizzata anche in questo), ma che poi, nella sua inclinazione all’irritabilità, esaurisce il degno compagno-maschilista (donnicciola nascosta) che svela le sue peggiori tendenze come la voglia di possederla e di ucciderla. E la rabbia di questa donnicciola può facilmente esitare in un’ideazione paranoidea, che permette la fusione nell’ideologia rabbiosa del “fascio”. In famiglia questa donnicciola cercherà di tirare i figli dalla propria parte contro la fazione avversaria: se i figli non sono attenti fin dall’inizio della loro vita, saranno gravemente coinvolti nei conflitti della generazione precedente, nei conflitti di questa coppia di “diversamente violenti”, e saranno danneggiati nella loro spiritualità.
Il fascismo dei piccoli entra così a far parte del fascismo imperante in Italia e nel mondo e della comunicazione emotiva propria della manipolazione dei mass media, della propaganda e della pubblicità.
La spiritualità è così degradata a ritualità e viene facilmente confusa la tragedia col dramma e con la farsa.
“Con i fasci non ci parlo”, dice Sabina Guzzanti e dice il vero: non è possibile ragionare con i “fasci”, con quelli che sono un pezzo di famiglia o un pezzo di ideologia, che sanno esprimere le loro emozioni malate solo bullizzando chi è in difficoltà, solo “pestando le mani a chi arranca dentro una fossa”.
Bisogna allora aspettare che i “fasci” abbiano un minimo di consapevolezza, che può derivare solo dal fatto che inizino a ridere della loro belligeranza? Non c’è alternativa! L’essere umano è condannato alla convivenza con i suoi “consimili”, che fanno parte di quella che, ai tempi di Basaglia, si chiamava la “maggioranza deviante” e che ora, più appropriatamente, si dovrebbe chiamare la “stragrande maggioranza deviante”.
A mio modesto modo, senza pretendere di essere Sabina Guzzanti, provo a stimolare la consapevolezza di qualche “fascio” così.
Che roba, contessa, nella “democratica” Israele,
dove c’è solamente un po’ di apartheid,
han fatto una rivolta quei quattro pezzenti,
volevano avere un loro stato di diritto,
dicevano, pensi, di essere colonizzati.
E quando è arrivato l’esercito nostro,
quei quattro straccioni han gridato più forte,
di sangue han sporcato i cortili e le porte,
chissà quanto tempo ci vorrà per pulire.
Sapesse contessa che cosa mi ha detto
un caro parente della televisione
che quella gentaglia rinchiusa nei campi profughi
utilizza il boom demografico come arma per sovvertire l’equilibrio della nazione.
E poi, mia cara, di che parliamo?
Anche Bibi Netanyahu ha il diritto di smaltire (senza chiamarla “pulizia etnica”)
qualche milione di palestinesi che sono un impiccio per Israele
e d’indirizzarli verso i barconi del Mediterraneo.
Del resto, mia cara, di che si stupisce, anche il palestinese vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente ne può venir fuori, non c’è più morale, conte-essa.
Ma poi, mia cara, ci dan le lezioni:
dicono che Bibi ha ignorato i segni (inviati dall’Egitto) della possibile escalation terroristica,
perché troppo impegnato a controllare i giudici che vogliono occuparsi dei suoi scandali personali,
e non c’è niente di meglio che scatenare una guerra per difendersi dai tribunali.
E poi, mia cara, ci vengono a dire
che Bibi ha radicalizzato la politica annettendo ed espropriando territori altrui,
non riconoscendo le risoluzioni dell’ONU e facendo carta straccia dell’accordo di Oslo
(grazie al quale i “moderati” Arafat e Rabin hanno avuto l’inutile premio nobel per la pace…
e Rabin è stato anche assassinato da un estremista israeliano).
Si figuri, contessa - che cosa hanno insinuato! -
che per Bibi è meglio avere come nemico-interlocutore Hamas che tutto il popolo palestinese,
che si sta comportando secondo il “divide et impera” della politica delle corporazioni,
che sta favorendo la ripresa del terrorismo internazionale
e che sta cercando il sostegno del fascismo internazionale.
E di che si meraviglia, mia cara contessa,
tutto questo si chiama politica di guerra,
si chiama terza guerra mondiale di civiltà o guerra globale,
e se gli altri sono più barbari di noi,
che cosa ci entriamo io, proprio, non lo so!
Che cosa ci entriamo col riscaldamento globale,
visto che Cina ed India bruciano più carbone di noi!
Che cosa ci entriamo con la sessantina di guerre che ci sono nel mondo,
anche se fornire le armi fa tanto bene al PIL della nazione.
E se Gandhi è stato ucciso dalla pistola Beretta di un estremista nazionalista,
è meglio che l’arma sia stata di marca tricolore,
che tanto i pacifisti prima o poi vanno silenziati,
perché non si deve parlare di pace in gue-erra.
E poi, mia cara, lo dice anche la televisione
che la nostra trinità - Dio-Patria-Famiglia – ha sempre ragione,
che “Dio” (l’ideologia) non va messa in discussione,
che distruggere la “Patria” degli altri non è disumano
e che l’uccisione di donne e bambini è un effetto collaterale di tutte le gue-erre.
E infine, mia cara - di che si stupisce! -,
lei non ha nessuna responsabilità nelle malattie mentali, nella droga e nelle fissazioni sessuali dei suoi figli,
non ha responsabilità nel suo diabete, nella sua obesità o nel suo cancro,
perciò posso dirle, in tutta (dis)onestà,
che cosa ci entriamo con tutta questa storia,
dobbiamo solo continuare così fino alla vitto-oria!
Adolfo Santoro