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sabato 11 ottobre 2025

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

Il Wenzi e la decadenza verso la guerra e la morte

di Adolfo Santoro - sabato 11 ottobre 2025 ore 08:00

Ho scritto dello statalismo del confucianesimo e dell’anarchia del taoismo. Questa mia interpretazione è avvalorata dal Wenzi o Wen-tzu, un classico del Taoismo tradizionalmente attribuito a un discepolo di Lao-tzu, l’autore del Tao Te Ching. Il Wenzi fu letto, discusso, citato e ammirato dalla classe colta della Cina imperiale per secoli e fu perfino canonicizzato nel 742 d.C. come Vera Scrittura della Comprensione dei Misteri, ma dall’epoca della dinastia Song Meridionale (attorno al 1.100 d.C.) fu considerato un falso, finché non furono scoperti, nel 1972, i resti di un Wenzi copiati su bambù in una tomba del 55 a.C..

I manoscritti che portano il nome di Wenzi, almeno due, sono probabilmente una rielaborazione dei testi dei vecchi taoisti, con contributi dell’I Ching, di testi confuciani ed enciclopedici dello e di alcuni proverbi e aforismi popolari.

Al di là delle controversie sui riferimenti storici e sui suoi commentari l’attualità del Wenzi è nel suo delineare coerentemente la decaduta del genere umano come conseguenza dello sviluppo attivato dalla tecnica:

Nella lontana antichità gli uomini veri respiravano lo yin e lo yang, e tutti gli esseri viventi seguivano la via della virtù, armonizzandosi quindi pacificamente. A quei tempi l’autorità era nascosta, creando spontaneamente la pura semplicità. La pura semplicità non era stata ancora perduta e perciò le miriadi di esseri vivevano molto rilassate ...

Alla fine la società si deteriorò. Al tempo di Fu Hsi, ebbe inizio lo sforzo deliberato; tutti cominciarono a perdere la loro mente innocente e approdarono alla comprensione consapevole dell’universo. Le loro virtù erano complicate e non unificate.

Il mitico sovrano Fu Hsi era dipinto con quattro occhi e una coda di serpente con cui si intrecciava alla coda della sorella Nuwa, sua sposa: lui con una squadra in mano, lei con un compasso. Questi due strumenti indicano il prevalere dell’elemento maschile e cerebrale, lo yang, nel dominare la natura nell’equilibrio yin/yang attraverso le norme, le regole e gli standard. Fu Xi è infatti considerato, come Prometeo nella cultura greca, il primo eroe, inventore della cultura cinese: a lui vennero attribuiti le invenzioni del sistema divinatorio (Yi Jing), della metallurgia, della scrittura, di un primo calendario e l’inizio di varie attività umane (allevamento di animali, pesca, caccia, musica). Sarebbe stato anche l’autore del diagramma di Fu Xi, il bagua o pakua, un simbolo che guida la cultura cinese e che è un ottagono (ba- significa otto, -gua significa numeri), formato da trigrammi, allineati secondo i punti cardinali e con un punto centrale, il Taijitu, in cui lo yin e lo yang si compenetrano. I trigrammi sono costituiti da linee intere (che rappresentano la polarità positiva o yang) e da linee spezzate (che rappresentano la polarità negativa o Yin). La combinazione dei trigrammi tra di loro dà origine a 64 esagrammi, che rappresentano tutte le possibili condizioni della vita umana.

La cronistoria dello sviluppo della civiltà prosegue, secondo il Wenzi, così:

Giungendo ai tempi in cui Shen-nung e Huang Ti governarono la terra e crearono i calendari per armonizzare yin e yang, ora tutti gli uomini stavano in posizione eretta e sopportavano pensosamente il peso della vista e dell’udito. Pertanto erano disciplinati, ma non armoniosi.

Hen-nung o Shennon (Contadino Divino o Dio dell’Agricoltura) è il mitico dio-antenato che introdusse le tecniche dell’agricoltura allo scopo di coltivare i cereali e di evitare l’uccisione di animali. Huang Ti o Huanddi (il Dio Giallo), è il sovrano cosmico portatore dell’ordine del Cielo sulla Terra, esperto di arti esoteriche ed inventore dell’agopuntura e del Quqin (uno strumento musicale a corda).

Prosegue il Wenzi:

Venendo alla dinastia Chou, diminuisce la purezza e si perde la semplicità; ci si allontana dalla Via, si escogitano cose artificiali e ci si basa su qualità dannose. Sorgono l’astuzia e l’artificio; insegnamenti cinici pretendono di essere saggezza, il falso criticismo viene usato per intimidire le masse, poesia e prosa sono utilizza utilizzate per ottenere fama e onori. Ognuno vuole impiegare la conoscenza e l’arte per avere riconoscimenti in società e perde così il contatto con la fonte suprema.

La dinastia Chou o Zhou governò la Cina fra il 12° e il 3° secolo a.C., per 789 anni. Con essa il Wenzi identifica la Cina sua contemporanea. Durante questo periodo fu elaborato un sistema cerimoniale che codificava una comprensione delle buone maniere come espressione della gerarchia sociale, dell’etica e della regolamentazione della vita materiale; le pratiche sociali corrispondenti furono idealizzate all'interno dell'ideologia di Confucio; svilupparono il loro pensiero il leggendario Lao-Tsu e i vecchi maestri taoisti, Confucio, Mencio, Mozi e il Legismo.

L’avidità è individuata dal Wenzi come principale causa dell’impoverimento:

I capi delle età degenerate scavavano i minerali dalle montagne, estraevano i metalli e le gemme, spaccavano e lucidavano le conchiglie, fondevano bronzo e ferro; così niente fioriva. Essi aprivano i ventri degli animali pregni, bruciavano le praterie, rivoltavano i nidi e rompevano le uova … Tagliavano gli alberi per costruire case, bruciavano i boschi per aprirvi campi, svuotavano i laghi di tutti i pesci ... Le montagne, i fiumi, le valli e i canali furono divisi e delimitati; i vari tipi di uomini furono classificati e numerati. Furono costruite macchine e mura per la difesa, i colori dei vestiti furono regolati per differenziare le classi socioeconomiche, ricompense e punizioni furono distribuite a buoni e cattivi. Così si svilupparono gli armamenti e nacque la guerra; da qui ebbe inizio l’uccisione degli innocenti ... I capi locali .. strappano la radice e abbandonano la base, elaborando codici penali sempre più duri ed esigenti, combattendo con le armi, opprimendo la gente comune e uccidendone la maggioranza. Allestiscono eserciti e creano disordini, attaccando città e ammazzando a caso, rovesciando ciò che sta in alto e compromettendo ciò che è sicuro. Costruiscono grandi veicoli d’assalto e raddoppiano i fortini per respingere le truppe avversarie, inviando battaglioni in missioni mortali. Quando va via un formidabile nemico, ne arriva subito un altro … tutto ciò costa migliaia di morti, oltre a un gran numero di vecchi e bambini che muoiono di fame e freddo. E, dopo, la società non può essere in pace nella sua vita essenziale.

Il Wenzi sembra dunque comprendere l’allontanamento dell’uomo da se stesso, la proiezione del nemico nell’altro sesso e nella natura, la burocrazia e la paura dell’altro da attaccare prima di essere attaccato, il progresso degli armamenti e le esplorazioni dello spazio stellare, che non è più luogo di unicorni e fenici, la conseguente logica escalation militare e il vivere per suicidarsi, nell’illusione che la paura della morte possa essere esorcizzata dall’andare incontro alla morte. Una via che l’uomo sembra aver intrapreso fin dalla notte dei tempi!

(continua)

Adolfo Santoro

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