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domenica 10 novembre 2024

PAROLE MILONGUERE — il Blog di Maria Caruso

Maria Caruso

MARIA CARUSO - “Una vita da vivere” è il primo libro che ha scritto dopo aver visto il primo cielo a San Felipe in Venezuela ed aver fatto il primo ocho atràs a Pisa. E' in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga. Su Facebook è Marina de Caro

La cultura nel tango argentino

di Maria Caruso - martedì 08 agosto 2017 ore 16:05

Per cultura tanghera s’intende quell’insieme di saperi, opinioni, credenze, costumi e comportamenti caratteristici del ballerino che “coltiva” quest’arte. La tradizione invece è l’insieme degli usi e dei costumi del mondo tanguero collegati a ogni generazione, intesa a conservare la propria identità rispetto a quelli che del tango, non importa nulla. 

Il tanguero italiano, quando si approccia a questo ballo, comincia a interessarsi alla cultura degli argentini per sentirsi inserito a pieno titolo a questo particolare gruppo. Assistiamo qualche volta a sforzi da parte di organizzatori vari, affinché questa cultura sia diffusa a beneficio di chi ne fa parte. La domanda è, che ne pensano i nostri colleghi tangueri? Come vivono queste milongas i partecipanti? 

L’altra sera sono andata in uno di questi eventi in cui in prima serata e cioè prima di dare il via alle danze, si offriva ai presenti l’opportunità di conoscere, di apprendere o di approfondire gli usi e i costumi del tango argentino attraverso la comprensione della storia di questo particolare ballo. La sala era in pratica quasi vuota. I pochi presenti erano più interessati a far vedere di esser lì che essere assetati di conoscenze. I più sono arrivati a fine della chiacchierata dell’esperto e non sembravano apprezzare più di tanto, il cambiamento di programma rispetto all’abituale modalità di far milonga. 

La curiosità che è un istinto che nasce dal desiderio di sapere, quale comportamento caratteristico dell’uomo, considerato per altro sinonimo d’intelligenza, poiché lo porta ad acquisire nuove informazioni, doveva pertanto essere il carburante per i nostri tangueri, ma così ahimè, non è stato. I più avevano facce spente, occhi privi d’interesse e i sospiri di sollievo espressi furono i protagonisti, coperti dai fragorosi applausi al termine dell’orazione, ma proprio perché finiva quella lagna e non per il contenuto degli argomenti trattati. Dispiace veder fallire questi tentativi in chi crede veramente di fare qualcosa di speciale. Alla fine sorge un dubbio sulla vera motivazione nel voler fare questo particolare tipo di evento. Attirare magari qualche cliente in più per la trovata originale è uno dei pensieri spontanei. 

Le domande dei presenti sono state scontate quanto le risposte date, anche se il clima è stato piuttosto disteso e sereno. Chi è veramente curioso e interessato però la cultura generalmente se la studia per conto suo, attraverso letture, ricerche, chiacchierate individuali con grandi esperti, ecc e in questi avvenimenti non fa altro che far vedere agli altri, quanto sa. La capacità di suscitare interesse comprende la conoscenza specifica del proprio pubblico e per quanto ho visto, non credo che nella maggior parte dei ballerini di tango sia stata sollecitata in maniera così spiccata. 

La milonga peraltro è cominciata pure in ritardo e chi aveva già le scarpe ai piedi, scalpitava come i cavalli, prima della partenza della gara, passando il tempo dell’attesa tra il fare una capatina al bagno e una sbirciatina ai vestiti esposti. Una delle note positive della serata è stata la partecipazione di qualche “straniero” arrivato insieme al grande oratore, a movimentare la serata. Peccato che tutto il mondo è paese e costoro hanno invitato a ballare, solo le solite “note” e la cerchia ristretta degli appartenenti allo staff degli organizzatori, lasciando a bocca asciutta le tanguere speranzose di avere qualche nuova ed emozionante esperienza. 

Chi ama il tango come me (che ci spendo sopra un mucchio di parole), investe nel suo credo e mal accetta i flop in questo senso, ma vorrei avere parole consolatorie poiché quasi tutti ne subiscono in termini di guadagno, di visibilità, di fama. Non resta allora che fare quel che più ci piace e ci aggrada nel rispetto degli altri ma evitiamo di mescolare il sacro con il profano poiché è come offrire del maiale a un mussulmano. Un abbraccio tanguero. Alla prossima trovata!!!

Maria Caruso

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