Mamma, babbo ritorno a scuola!
di Federica Giusti - venerdì 18 settembre 2020 ore 17:39
Eccoci arrivati ad un momento che profuma quasi di storico…dopo mesi (da marzo ormai), le scuole, da qualche giorno, hanno riaperto le loro porte.
La Toscana, come quasi tutto il resto delle regioni italiane, il 14 settembre ha fatto di nuovo suonare le campanelle e tutti i nostri studenti (quasi 500.000) hanno ripreso il loro posto nelle classi…o quasi!
Sì, perché quello 2020/2021 si appresta ad essere un anno scolastico molto molto particolare, atipico, diverso dai precedenti ripescabili nelle nostre memorie.
La scuola riparte in un clima di incertezza e spavento, psicologicamente parlando.
A marzo, in maniera piuttosto improvvisa, i nostri ragazzi si sono trovati catapultati in una realtà a dir poco surreale. Dai banchi di scuola alle loro camerette. Dalle insegnanti in presenza alla didattica a distanza. Dalla condivisione delle esperienze educative con i pari, alla solitudine o, in alcuni casi, alla condivisione di quelle stesse esperienze con genitori e fratelli. All’inizio è sembrata una vacanza, ma poi non è mai finita, e si è trasformata in una nuova insolita ed inaspettata realtà. Non si può non pensare che questo non abbia impattato sui vissuti e sui sentimenti di tutti quelli studenti che hanno affrontato lo scorso anno scolastico, ad ogni ordine e grado.
Lo stare in casa, a contatto con le famiglie e con le dinamiche delle famiglie stesse, se da una parte, in alcuni casi, ha permesso una maggiore unità familiare, dall’altra ha reso possibile la conoscenza diretta delle problematiche anche economiche e logistiche. I ragazzi, perciò, potrebbero tornare sui banchi di scuola preoccupati ed affaticati anche da questo tipo di situazioni, con le quali, forse, prima, avevano meno occasioni di confronto diretto.
Il distanziamento sociale è una delle misure preventive da adottare per evitare il contagio, lo abbiamo ben capito (almeno speriamo!!!). Interagire e condividere sono i pilastri dell’apprendimento, per qualsiasi fascia d’età. E le mascherine, la lontananza tra i banchi, l’impossibilità di scambiare gesti, oggetti, strumenti con gli altri, ci spingono a dover trovare nuove soluzioni per permettere la pur sempre necessaria condivisione ed interazione degli alunni con i pari e con le insegnanti.
Ultimo elemento potrebbe essere quello della paura legata alla morte e al contagio. Alcuni ragazzi potrebbero aver perso persone care a causa del Covid, o, magari, avere genitori che lavorano in contesti a rischio, come gli ospedali o le strutture sanitarie in generale.
Tutti questi elementi fanno parte del “corredo scolastico” di questo nuovo anno appena iniziato. Sono nello zaino emotivo di ogni nostro studente. E non possiamo permetterci il lusso di non tenerne di conto.
Dobbiamo, a mio avviso, fornire contesti di confronto e di apertura nei quali sia possibile far emergere i vissuti emotivi di tutti i nostri studenti (e non solo, forse anche il corpo docente e tutti i soggetti che gravitano intorno alla scuola a vario titolo potrebbero averne bisogno). Ascoltiamoli. Cerchiamo di capirli. Educhiamoli. E, se necessario, chiediamo aiuto agli specialisti.
Così facendo saremo un po' più sicuri che potrà andare tutto bene!
Buon inizio scuola!!!
Federica Giusti