Terza tappa nelle personalità: l’antisociale
di Federica Giusti - venerdì 29 dicembre 2023 ore 08:00
Continua il nostro viaggio all’interno della scoperta e della conoscenza di diversi disturbi di personalità, sempre e comunque nell’ottica già descritta anche con i precedenti, non di diagnosi o di autodiagnosi, ma solo e soltanto ai fini divulgativi e per soddisfare anche alcune comprensibili curiosità personali.
Sempre più spesso, infatti, capita di sentire o leggere su quotidiani o sui social alcune “etichette” come le chiamo io, e magari potremmo avere il dubbio di comprendere a pieno a cosa si riferiscono. Questo viaggio mensile attorno alle personalità ha proprio questo scopo.
Il disturbo che affronteremo oggi è quello antisociale. Il nostro testo di riferimento è sempre quello Lorna Smith Banjamin “Diagnosi interpersonale e trattamento dei disturbi di personalità”. I criteri, stavolta, non sono solo numerici ma anche alfabetici, per cui abbiamo le macrocategorie A, B, C e D e le sottocategorie numeriche di A, da cui partiamo.
Tali caratteristiche devono essere presenti in maniera pervasiva a partire dall’età di 15 anni e devono essere presenti almeno 3 dei 7 seguenti criteri.
1) Incapacità di conformarsi alle regole sociali del contesto di appartenenza che porta queste persone ad essere indifferenti alla Legge, mettendo in atto ogni comportamento che desiderano, sperando solo di non essere “beccati”.
2) Tendenza alla disonestà, praticando la menzogna come vero e proprio stile di vita, al fine di ottenere imbrogliando ciò che desiderano.
3) Nonostante si possa pensare che siano accorti ed attenti, in realtà sono persone molto impulsive che non riflettono sulle conseguenze delle loro azioni, soprattutto quando con questi comportamenti possono arrivare a non essere controllati da terzi, quindi, indipendenti.
4) Le risse o i comportamenti aggressivi sono abbastanza all’ordine del giorno, a causa di un’aggressività e un’irritabilità che non sono controllate. Come “si chiude la vena” non si guarda più in faccia nessuno e si colpisce al solo scopo di lenire quella rabbia.
5) La sicurezza propria e degli altri è totalmente ignorata, per cui possono tranquillamente mettersi al volante quando sono sotto sostanze senza la minima preoccupazione per la propria o altrui incolumità.
6) Non sono persone affidabili perché sono caratterizzate da un’irresponsabilità cronica, che li porta a non avere continuità nel lavoro, negli impegni economici o in quelli finanziari.
7) In questo quadro di comportamenti altamente sopra le righe, c’è una totale mancanza di rimorso per ciò che viene fatto agli altri. Anzi, molto spesso, la responsabilità è proprio altri, e se qualcuno fa una brutta figura perché è stato truffato o danneggiato, la parola d’ordine è “ben gli sta” accompagnato da una risata di soddisfazione.
Il criterio B ci dice che il soggetto in questione deve avere almeno 18 anni, perché fino a quel momento potrebbero essere comportamenti legati ad una forte reattività, che, in qualche modo, potrebbero diminuire.
Il criterio C richiede la comparsa di un disturbo della condotta con esordio precedente ai 15 anni d’età.
Il criterio D aggiunge che tale tipo di comportamento non si deve necessariamente manifestare durante una crisi psicotica.
Se conoscete qualcuno che secondo voi potrebbe presentare tali caratteristiche, non fate diagnosi al tavolino di un bar, ma rivolgetevi ai servizi di salute mentale e di sicurezza del vostro territorio, al fine di poter procedere con una reale valutazione da parte di un’equipe specializzata.
Federica Giusti