La maternità
di Federica Giusti - venerdì 24 maggio 2024 ore 09:00
La maternità, anche vista con gli occhi dello psicologo, è un affar serio!
Frasi del tipo: “Eh tu non puoi capire, non hai figli”, sono all’ordine del giorno e sono inconsistenti, come se solo avendone si potesse esprimere un parere, soprattutto un parere professionale, rispetto a tale fase del ciclo di vita. Un po' come se andassi a contestare il mio ginecologo solo perché lui non è portatore sano di utero!!!
Comunque, polemiche a parte, la maternità è un affar serio perché è un tema delicato del quale, ancora oggi, esistono, a mio avviso, versioni falsate e poco realistiche, contro le quali le madri devono scontrarsi ogni giorno.
Non faccio riferimento a tutto ciò che precede l’arrivo di un figlio, ma penso alle prime fasi di accudimento. Sono recenti le denunce fatte anche attraverso i social di quella che è nota come violenza ostetrica, ma anche senza arrivare a tanto, vedo una sempre maggiore censura su quella che può essere la gravidanza, il parto o la gestione del neonato. Lungi da me fare di tutta l’erba un fascio, credo però che si debba parlare anche di questo, anche dell’altra faccia della medaglia, che si contrappone all’equazione maternità uguale la cosa più bella del mondo, e narra di una maternità sofferta e complessa.
La gravidanza è un momento di grande cambiamento per la donna. Cambia il suo corpo e cambia la sua libertà di movimento in tutte le sue declinazioni, non solo fisiche ma anche di vita quotidiana. Chiaro che una donna sia consapevole di questo, ma sembra non ci sia la possibilità di raccontare una storia in cui non sei nient’altro che felice. Credo che sarebbe una buona cosa avere un atteggiamento più realistico: essere madre, diventare madre, è anche faticoso! E i bambini possono essere complicati da gestire. Soprattutto se il contesto anche medico oltre che sociale racconta solo la versione nella quale la donna, la madre, deve esserci sempre, deve essere sempre disponibile, deve essere sempre reperibile e deve mettere da parte sé stessa perché ha deciso di essere madre. E la cosa a mio avviso, da psicologa, ancora più incomprensibile, è che le cose non vengono dette con questa chiarezza, ma vengono dette in maniera contraddittoria: da una parte si chiede alle madri di non smettere di essere donne, dall’altra si attivano sensi di colpa se effettivamente si vive la dimensione vita personale. Ecco la contraddizione. Ecco il senso di colpa. Ecco la storia narrata “dalla parte sbagliata”.
Come ogni aspetto delle nostre vite anche la maternità può essere stancante e faticosa, può essere dolorosa e può portare la donna a sani momenti di scoramento.
Tutto questo vissuto è naturale e da accogliere, non da negare né da allontanare.
Spero che questo articolo possa essere un aiuto per riflettere su un tema così delicato, non condensabile in poche righe.
E spero che chiunque sia nella condizione di dover chiedere aiuto, trovi la forza e il coraggio di farlo, e, soprattutto, trovi dall’altra parte, persone disposte ad ascoltare e non dire: “L’hai voluto tu!”.
Federica Giusti