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domenica 08 dicembre 2024

FAUDA E BALAGAN — il Blog di Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi

Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi

ALFREDO DE GIROLAMO - Dopo un lungo periodo di vita vissuta a Firenze in cui la passione politica è diventata lavoro, sono tornato a vivere a Pisa dove sono cresciuto tra “Pantere”, Fgci, federazione del partito e circoli Arci. Mi occupo di ambiente e Servizi Pubblici Locali a livello regionale e nazionale. Nella mia attività divulgativa ho pubblicato i libri Acqua in mente (2012), Servizi Pubblici Locali (2013), Gino Bartali e i Giusti toscani (2014), Riusi: da rifiuti a risorse! (2014), Giorgio Nissim, una vita al servizio del bene (2016), SosteniAMO l'energia (2018), Da Mogador a Firenze: i Caffaz, viaggio di una famiglia ebrea (2019). ENRICO CATASSI - Storico e criminologo mancato, scrivo reportage per diversi quotidiani online. Svolgo progetti di cooperazione internazionale nei Paesi in via di sviluppo. Curatore del libro In nome di (2007), sono contento di aver contribuito, in piccola parte, ad Hamas pace o guerra? (2005) e Non solo pane (2011). E, ovviamente, alla realizzazione di molte edizioni del Concerto di Natale a Betlemme e Gerusalemme. Gli autori insieme hanno curato i seguenti libri: Gerusalemme ultimo viaggio (2009), Kibbutz 3000 (2011), Israele 2013 (2013), Francesco in Terra Santa (2014). Voci da Israele (2015), Betlemme. La stella della Terra Santa nell'ombra del Medioriente (2017), How close to Bethlehem (2018), Netanyahu re senza trono (2019) e Il Signor Netanyahu (2021).

Una vigilia pasquale di violenze

di Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi - venerdì 15 aprile 2022 ore 17:00

A Gerusalemme la Spianata delle Moschee o Monte del Tempio, sacro all'islam e alla tradizione ebraica, si è infiammato nel Venerdì di preghiera. Nel luogo simbolo della città, e delle sue divisioni, sono divampati duri scontri tra polizia israeliana e giovani palestinesi. Immagini già viste. Una storia che si ripete ciclicamente. Al costo di centinaia di feriti ed arresti. La battaglia è andata avanti per 6 lunghissime ore, lasciando evidenti segni di devastazione. Dopo che da giorni il clima in Israele è nuovamente piombato nella spirale del terrore. Attentati terroristici nelle strade delle principali città israeliane. Si spara da Jenin a Nablus. Paura e sangue nel tormentato Medioriente. Durante quelli che teoricamente dovrebbero essere giorni di festa per le tre religioni monoteistiche, con la coincidenza “astrale” di Ramadan-Pesach-Pasqua.

Il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha convocato una riunione del gabinetto d'emergenza. Sul fronte palestinese i movimenti fondamentalisti islamici Hamas e Jihad gettano benzina sul fuoco, incitando alla rivolta. Condanna per l'ingresso dei militari nel sito sacro di Gerusalemme è stata espressa anche dal presidente Abu Mazen. A cui si sono aggiunte quelle dei partiti arabi israeliani. Il leader Mansour Abbas, che appoggia esternamente il primo esecutivo della storia recente senza Netanyahu, ha avvisato di possibili ripercussioni sugli assetti della coalizione, minaccia non velata ad una imminente crisi. Mentre, il governo Bennett è appeso al filo di una risicata e fragile maggioranza.

A far piombare Israele nel caos politico una catena di episodi, immotivati. E una comune radice, quella piccola porzione rettangolare di terra, a nord delle mura della città Vecchia e con affaccio sul Monte degli Ulivi, spesso epicentro di forti tensioni del conflitto israelopalestinese. Dalla fine della guerra dei Sei Giorni nel 1967 è consentito ad ebrei e cristiani di visitare la Spianata, ma è vietato pregare. L'attuale status prevede che Israele abbia la gestione del controllo della sicurezza, e alla fondazione islamica Waqf di amministrare le attività religiose al suo interno. 

Chi non riconosce l'accordo sono in particolare alcune organizzazioni dell'estrema destra israeliana, che in questi anni hanno portato a segno più di una provocazione. L'ultima, che non hanno potuto attuare perché fermati ed arrestati dalla polizia, prevedeva di svolgere il sacrificio dell'agnello di Pesach nella Spianata. L'iniziativa era stata lanciata sui social dal gruppo Chozrim LaHar (Ritorno al Tempio del Monte), che nel promuovere l'evento si era fatto carico di eventuali spese giudiziarie, un risarcimento aggiuntivo in caso di arresto nel tentativo di introdurre l'animale sacrificale e un bonus di tremila dollari se si fosse riusciti a completare il rito. La notizia ha portato migliaia di ragazzi palestinesi a trascorrere la notte di Giovedì nella Spianata per “proteggerne” l'inviolabilità. Con il sorgere del sole alla stanchezza ha prevalso la brutalità.

Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi

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